Pascolo povero

Un attimo prima di sellare dopo la sosta di mezzogiorno

Yesulen è riuscita ad ottenere il permesso di esportare dalla Mongolia Azimuth e Tgegherè. Ha passato una giornata infernale da un ufficio all’altro.

I documenti che permetteranno ad Azimuth e Tgegherè di uscire dalla Mongolia. Manca ancora il consenso della Russia.

Noi intanto avanzavamo lasciandoci alle spalle Kharakhorin.
L’antica capitale è stata un istante nella storia di questa terra di nomadi. Alfredo dice che anche nel momento di massimo splendore, nessuno stava lì in estate: troppo calore e insetti. Le persone importanti lasciavano la città è andavano ad accamparsi nelle montagne. Al fresco.
Magari stiamo andando verso quei posti. Nessuno sa più quali fossero.

Arido e piatto per trenta chilometri

La pianura che si allarga intorno all’Orkhon a nordovest di Kharakhorin è un continuo orizzonte arido. Non ci sono più famiglie che la abitano perché il pascolo esagerato delle capre da cachemire ha impoverito la terra che si è coperta di piante basse e grassottelle immaginabili per qualsiasi erbivoro.

Cachemire

La distanza tremolava nel calore mentre la attraversavamo. L’abbiamo alle spalle. Intorno a noi si alza il profilo di valli affluenti e da oggi saliremo di quota.

Finalmente dell’acqua che corre. Il primo ad accorgersene è stato Azimuth.

Azimuth e Tgegherè sono in forma e avanzano generosamente. Graffio bisogna convincerlo. Non so se potrò contare su di lui per molto.

Graffio e la sua sella

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