Un clan intorno a Bolormaa

Luce e tenebre di un giorno di temporali

Dall’alto si vedeva una fila di laghi salati in mezzo alla pianura. Temporali sulla fila di montagne a nord. Temporali sulla fila di montagne a sud. Erba verde e luce intorno a un grumo di casette di tronchi e alla gher di fianco al terzo lago. Cavalli che vanno e vengono e animali al pascolo in una sfera di luce.
– posso accamparmi qui?
una ventina di uomini e una donna piena di energia e delicatezza. Non sapevo a chi rivolgermi.
-sì

Il clan di Bolormaa

Orgilsaikhan mi ha legato i cavalli alla colonna sbilancia della baracca più grossa, quella vicina alla gher.
Tè bollente, ne avevo proprio bisogno oggi.
Le stesse persone che avevo davanti fuori, le avevo intorno dentro. Queste tende sono quasi tutte di 5 muri, la superficie è sempre la stessa, dentro ci possono essere da due a trenta persone e sembrano sempre accoglienti. Giuste.
Mi hanno aiutata in venti a montare il telo, scaricare i cavalli e piantare i picchetti.
Sono stata con loro finché non è finito il giorno. I bambini hanno portato a bere i cavalli per provare le selle. Tutti insieme hanno intrappolato i cavalli tra le casette per acchiappare i puledri. Hanno lottato di fianco all’edificio con la colonna sbilenca. Chi metteva le pastoie a un cavallo, chi ne dissellava uno, chi ne dissellava un altro. Nessuno,  se doveva andare più lontano di venti metri ci andava a piedi. I cavalli erano lì da tutte le parti, pronti per essere slegati e portare chiunque dove doveva andare.

Lotta con pubblico! ps:qui c’erano degli edifici di legno. erano usati da magazzino e all’occorrenza da ogni porta uscivano le cose più strane ma le persone no: le persone vivono nella gher, la gher é rotonda!!!

Hanno giocato a palla e guardato la televisione. Non c’era mai una voce alta.
Bolormaa cucinava per tutti. Qualcuno é andato a prenderle l’acqua, qualcuno la carne secca, qualcuno la farina. Chi tiene e mette tutto insieme è lei: la più grande di quattro fratelli. Il clan sono loro: una donna e tre uomini e tutti i parenti a loro collegati.

In un momento in cui nella tenda c’eravamo solo lei ed io, ha tirato fuori dal nascondiglio un barattolo di marmellata di rabarbaro da spalmare sul borzok.  Aveva ancora la radice e ha cercato di spiegarmi come farne una medicina che fa guarire da tutto. Mal di pancia, ferite, tosse. Me l’ha scritta in mongolo. Devo chiedere a Yesulen.

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