L’altra sponda del Katuhn

Pioveva di nuovo e quando non pioveva, piovigginava. Per evitare la grande strada dovevo passare dall’altra parte del Katuhn. Passate le colline, mirando al ponte, lo guardo senza entusiasmo: un ponte di legno tirato su due pilastri da cavi di acciaio che balla già solo al passaggio dei pedoni.
Fiuuuuuh.
Mi metto il cuore in pace perché quello carrozzabile é quattro chilometri di strada nazionale più a sud. Ormai sono qui e vado avanti.
Dal niente sbuca un omino biondo al gusto di vodka, prende l’imboccatura tra le mani, tira il cavallo indietro e mi vieta di passare. Discutiamo un po’ e alla fine mi arrendo. Devo proprio andare all’altro ponte. Un turista che passava di lì, aveva assistito alla scena e ha parlato per me spiegandogli che non ero in auto e facendo ragionare il testone. Gli ho lasciato 50 rubli, sono partita a piedi guardando dall’altra parte del fiume e non mi sono più voltata finché non ho toccato terra per paura che cambiasse idea. Questa sponda del Katuhn é fatta di piccoli villaggi che vivono di agricoltura e di piccolo turismo di gente che ha la casetta nel bosco ma vice in città. Animali per strada, trattori e stradine. Un’umanità semplice e colta la abita. Un altro mondo.
50 rubli per guadagnare l’altra sponda del Katuhn non sono niente: qui ci sono prati dove i cavalli sono felici e buone strade per avanzare in tranquillità. Finalmente. Che bello!!!!

Lascia un commento