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Elio De Silvestro, guardiaparco della foresta di Paneveggio

Questo territorio sembra selvaggio ma non lo è. Ogni anno il centro visite vede passare venti cinquemila persone. La Val Veneggia vede passare decine di migliaia di persone. Il lupo è un animale selvatico. Nonostante tutta la selvaggina che potrebbe trovare, qui c’è troppo traffico.

Elio è guardiaparco: gli ho proprio chiesto se non era guardaparco! Non ha animali e non ha mai avuto animali, lui è della foresta, della Foresta di Paneveggio che è sempre stata demaniale anche quando non era parco, era dell’Impero Austroungarico. Mi trovo in provincia di Trento e anche sotto l’Impero, qui si è sempre parlato italiano. La gestione del territorio del Parco è sempre stata sotto il demanio e le Regole.

Elio De Silvestro, guardiaparco della foresta di Paneveggio
Elio De Silvestro, guardiaparco della foresta di Paneveggio

L’animale più rappresentativo della foresta è il cervo che era stato reintrodotto con l’istituzione del parco. I primi esemplari erano tenuti sott’occhio in un recinto che si trova sotto il centro visite e che continua ad ospitarne una trentina. Oggi su tutto il territorio se ne contano quasi duemila, in primavera si muovono in mandrie numerose, anche cento elementi insieme.
Negli anni si è studiata questa popolazione per capirne i movimenti e ne sono risultate tre tipologie: ci sono animali che nascono, vivono e muoiono nello stesso posto. Altri che hanno migrazioni stagionali: molte femmine vanno a passare l’estate nelle dolomiti bellunesi e tornano tutti gli anni per il bramito. Altri ancora se ne vanno e non tornano più, in genere sono maschi giovani.
Il cervo vive nella foresta ma quando c’è ne sono troppi, la foresta non si rigenera piú. Prima di spostarsi più a valle, quando comincia l’inverno, quelli che fanno le spese di queste mandrie di bovini selvatici sono i germogli di abete rosso e i cespugli di sorbo degli uccellatori che sono anche molto graditi per grattarsi le corna e nei confini del parco se ne trovano solo più di molto piccoli o di molto grandi.
Di predatori non ce ne sono, è passato l’orso, era arrivato dal passo del Valles ma se n’è andato verso la Val di Fiemme in direzione dell’Adamello Brenta ed è stato investito in autostrada. Anche a Primiero ne è passato uno, è stato in letargo vicino al paese ma stava tornando verso est e se n’è andato. L’orso, come altrove, desta disappunto tra allevatori e cacciatori.
Una coppia di linci ha girato intorno alla Val Moesa ma anche loro se ne sono andate. Il lupo che è passato più vicino è stato Slavcz che dopo aver passato una notte alla Caseria di Valles alto, ha girato a est delle Pale di San Martino senza entrare in Trentino.
Dato il sovrappopolamento di cervi, il ritorno di un predatore sarebbe auspicabile ma per ora se ne parla solo, i cacciatori non sarebbero contenti e al momento gli allevatori non sarebbero attrezzati perchè non hanno cani da guardiania.
Se vent’anni fa qualcuno avesse portato la notizia di un avvistamento di lupo in questa zona, non gli si avrebbe dato molto peso, adesso sì.
A partire dall’anno prossimo in tutta la provincia di Trento l’organizzazione della vigilanza nei parchi subirà grandi modifiche e sarà interamente affidata al corpo forestale. I guardiaparco dei parchi regionali e provinciali hanno dovuto scegliere se rimanere nei parchi con mansioni più tecniche o se spostarsi nella forestale e attenersi alla sola sorveglianza. Elio ha scelto questa seconda possibilità. Per nessuno è facile scegliere.