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la mappa del mondo 4 di 5

le piste attraverso la foresta di Vercingetorige

In un viaggio verso il Massiccio centrale, mi ero trovata ad attraversare le foreste da cui Vercingetorige aveva ostacolato l’avanzata di Giulio Cesare in Gallia tanti secoli prima. E’ una regione davvero perduta e affascinante, percorsa da una rete di piste incantevoli circondate da alberi talmente antichi, che forse qualcuno era già lì quando Vercingetorige ci si nascondeva. Andando verso Florac il calore faceva tremare le distanze e c’è stato un tratto interminabile attraverso la foresta. Credo che ci siano volute quattro ore per attraversarla. Tutto era rallentato. Al ritorno dovevamo percorrere quello stesso tratto, ma siamo partite prima dell’alba e mentre il sole spuntava, dopo un’ora e mezza, eravamo già al castello che ne segnava il limite ed eravamo fresche con i cavalli riposati. Se avessi dovuto disegnare a memoria una mappa di quel tratto di pista dopo averlo percorso all’andata, sarebbe venuto lunghissimo, viceversa se avessi dovuto disegnarlo dopo averlo percorso al ritorno.

l’opera è un piccolo quadretto che rappresenta la mappa di una parte di Parigi, insieme ad altri disegnati con lo stesso criterio. Vuole andare oltre la geografia convenzionale per raccontare come l’esperienza dello spazio permetta di dare un volume ai posti dove ci si è fermati ad osservare e non riesca a superare le due dimensioni dei percorsi dove si è solo passati per andare da qui a lì. I quartieri della città dove si conosce ogni palazzo e ogni incrocio sono dettagliati dall’esperienza. Il resto esiste, ma non ha rilievo. Più l’esperienza è approfondita, più aumentano i dettagli che corrispondono al tempo che si è dedicato a conoscere un luogo, piuttosto che un altro.

Era successo altre volte prima ed è capitato in seguito che lo spazio si dilatasse o restringesse nell’esperienza, a seconda di come stavo io o i cavalli, del meteo, della tensione verso qualcosa. Quella volta era stato evidenziato dall’orologio che mi ha permesso di mettere a fuoco questa idea: lo stesso spazio può essere cose diverse a seconda dell’esperienza, la sua rappresentazione geometrica aiuta ad orientarsi, ma è solo uno strumento. Scegliere dove e come dare volume allo spazio assomiglia a scegliere dove e come dare volume alla vita.