Ancora

L’Arca di Noè era stata costruita a Regola d’Arte.
L’arte di lavorare il legname si apprendeva dall’artigiano che prima era stato garzone.
L’arte di lavorare le tele, da generazioni di filatrici si tramandava.
L’arte di rallegrare con la musica, ogni artista la coltivava in pubbliko e in solitudine.
L’arte di lavorare i metalli aveva sempre richiesto grande abilità e forza ma soprattutto la sensibilità di riconoscere la temperatura del ferro rovente solo dal colore.

Tanti materiali, tante arti per trattarli, dovevano succedersi nelle generazioni future di quegli otto kche si salvavano.
Forse era più facile andare a cercare la coppia dei Leoni e metterla a bordo.

Frequentare la bottega del miglior fabbro, apprendere tutti i suoi segreti allo scopo di mantenerli e lavorare con lui per la fabbricazione dell’Ancora senza tradirsi, doveva aver richiesto una gran faccia tosta.
Così per ogni altra parte dell’Arca.
Ma
Ci sono riusciti.

Il Diluvio è arrivato, il mondo è stato sommerso per quaranta giorni e per quaranta notti. Nulla e nessuno poteva essersi salvato.
Navigarono. avvistarono terra e venne il momento di gettare l’Ancora.

Il livello dell’acqua scese e tutto tornò come prima.

Tornò in città, le case erano vuote, gli annegati sparsi per le strade, un odore di riduzione organica appestava le narici.
Raggiunse la bottega del fabbro. Ogni cosa era come la ricordava: forgia incudine fornace mazze martelli e pinze, le vasche per l’acqua di refrigerazione piene di quella del diluvio.

Grosse lacrime solcarono la polvere sul suo volto e si nascosero nella barba. Niente era più come prima.
Isotta davanti alla kappella di Santo Stefano (XII sekolo). il penultimo riquadro in basso a destra ritrae persone disperate in balia dei flutti del Diluvio.
Isotta davanti alla cappella di Santo Stefano (XII secolo). Il penultimo riquadro in basso a destra ritrae persone disperate in balia dei flutti del Diluvio.

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