Cosa stiamo facendo!

La sindaco di Vyazma che mi ha portato una punta di freccia ritrovata dove anticamente si erano accampati i mongoli di Batu Khan, per l’inverno, a poche centinaia di metri da dove mi ero accampata io. Era identica a quella della freccia che ho portato a Cracovia.

Quando faceva freddo ero tre i grandi fiumi della Russia europea e la ragione del mio viaggio era portare dalla Mongolia alla Polonia una freccia che simboleggiava la pace. I russi hanno dato appoggio a me ed ai miei cavalli, per sostenere un’idea: un’idea di pace e libertà.

Ho bivaccato accanto a municipi e conversato con le autorità locali. Tutti, tutti loro adesso sono lì attoniti, come me che vedo la Russia allontanarsi a distanze che sono oltre il più lontano pianeta. Vedo due mondi che stavano per accorgersi di essere uguali, che precipitano in direzioni opposte, colmando la distanza con odio, ripicche e delitti. Fermiamoci! Attenti agli eroi! Nessuno può dire chi è più colpevole adesso. Forse si arriverà a descrivere questi giorni in modo verosimile tra qualche generazione. L’umanità è una ed ogni umano desidera pace e libertà. L’unica cosa che deve succedere adesso è che si fermino le armi da tutte le parti, quelle che sparano colpi e quelle che sparano immagini.
Per essere umani, dobbiamo fare di tutto per non diventare robot.

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