Tre puntini

Tre puntini per immaginare il discorso perfetto che renderebbe più chiaro ciò che lega quel che si è detto prima a quel che si è detto dopo.
Parole non parole.
Forse l’origine della parola erano tre puntini. Tre come la Trinità, perfezione occidentale o forse quattro come le virtù sioux o forse innumerevoli come i suoni che escono dalla gola.
Il giorno in cui un uomo ha parlato e un altro ha risposto, finiva un epoca: l’epoca dell’istinto che non ha bisogno di parole.
Più si parla e più l’istinto si allontana. Nasce il bisogno di regole e disciplina, altrimenti superflui perchè innati.
La necessità di dire cose sensate viene meno nel momento in cui tutti possono dire la loro, ma nessuno ritiene di dover ascoltare.
Si arriva a un rumore di fondo. La parola nata per comunicare diventa silenzio.
Forse nel suono dei puntini di sospensione è rimasto l’istinto.
Basta così.

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