I lupi arrivano da sud

I lupi arrivano da sud. Scendono dalla Nufenen in pieno inverno, quando la neve è gelata e la luna gli illumina la pista. Di giorno, quando la neve diventa morbida, si trovano un posto asciutto, si accucciano lì e dormono aspettando il gelo.
A febbraio lassù è un’autostrada per loro. Nessuna pietra che taglia i polpastrelli, la luce della luna diventa un faro e non c’è nessuno tranne loro e il vento.

Anche adesso lassù i nevai conservano un po' di inverno. Il terreno è irto di pietre e tra l'una e l'altra è facile incontrare 'sagne '.
Anche adesso lassù i nevai conservano un po’ di inverno. Il terreno è irto di pietre e tra l’una e l’altra è facile incontrare ‘sagne ‘.

2016 07 19 Yvonne Vênetz
Pfaffenegge

Scesa dal Nufenen Pass, cercavo un posto per fermarmi e la pietanza per Isotta. Il colle spettacolare, la valle davanti, il primo villaggio walser. Cammina. Cammina nella luce abbagliante, siamo arrivate qui. Mi aspettavo un ranch. Chi mi ha indicato questo posto, lo ha chiamato così. Un recinto, una tettoia di solidi tronchi, un’altra, una terza che tiene al riparo da foglie e gelo la fontana. Lì, tra alberi e tettoie c’è un tavolo con un mucchio di fiori di iberico e due barattoli già pieni di fiori immersi nell’olio. Dietro quel mucchio di fiori, Yvonne che continuava a dividere i fiori di iperidrosi dalle foglie che metteva in uno scatolone tra lei e il tavolo.
Non so come si scriva, da noi si chiama ‘truc a ram’, si fa con i fiori di iberico immersi in olio di oliva in barattoli che vengono esposti al sole ogni volta che c’è per un paio di mesi. Si usa per escoriazioni e scottature. Tutto il sole dei fiori finisce nell’olio e fa guarire.
Lei indossava una gonna a fiori e una maglietta a maniche corte, i capelli sciolti e un’aria così pacifica che sembrava che Isotta ed io non fossimo nel quadro.
Bevo il succo di frutta e mangio una fetta di torta di albicocche, intanto Yvonne continua con i fiori. Oggi era l’ultimo giorno di fieno, è tutto ritirato ed è venuto bellissimo.
Preparo un riso con gli ultimi funghi secchi e il mucchio di fiori è sempre più alto.

- Sono arrivata nel posto giusto? - Sì. Vuoi del succo di frutta? - Grazie! Ma prima è meglio se scarico la cavalla.  Un posto di cavalli senza cavalli, fiori dappertutto e un piccolo orto, le casette delle api lì dietro. Mi sistemo vicino a un albero morto in un punto del prato da cui si vede tutto e dove si capisce che i cavalli amano stare. Isotta butta la testa nell'erba e si distrae solo a tratti per capire di chi sono tutti quegli odori. Quando ha sete va alla fontana, quando si vuole grattare la schiena, si rotola.
– Sono arrivata nel posto giusto?
– Sì. Vuoi del succo di frutta?
– Grazie! Ma prima è meglio se scarico la cavalla.
Un posto di cavalli senza cavalli, fiori dappertutto e un piccolo orto, le casette delle api lì dietro. Mi sistemo vicino a un albero morto in un punto del prato da cui si vede tutto e dove si capisce che i cavalli amano stare. Isotta butta la testa nell’erba e si distrae solo a tratti per capire di chi sono tutti quegli odori. Quando ha sete va alla fontana, quando si vuole grattare la schiena, si rotola.

Yvonne ha lavorato per trent’anni in alpeggio, d’inverno guarda una ventina di cavalli qui e d’estate è sempre salita con mucche di altri allevatori che guardava e mungeva. È anche casara.
È il primo anno che non sale, è rimasta qui con le sue api e si occupa di loro mentre i suoi cavalli sono andati all’alpe con altri che, oltre a custodirli, li utilizzano per i trasporti.

– E hai avuto problemi con i lupi?
– No, nella valle da dove vengo ci sono da almeno quindici anni e girano proprio dove giro io. Non li ho mai visti, solo sentiti. Non credo che quelli che vivono qui si comportino in maniera diversa. Ma qui ci sono lupi?
– No, adesso non ci sono, scendono solo in inverno e non sempre. Un anno arrivano, stanno per un po’, poi se ne vanno o vengono uccisi. Non durano molto.
– Tu hai avuto problemi con i lupi su in alpeggio?
– No, in alpeggio non li ho neanche mai visti. Li ho visti qui. Uno l’ho trovato morto nel fosso prima del cancello, ma è stato tanto tempo fa. L’altro era vivo, così vivo che ha ucciso un capriolo sotto i miei occhi. Sono scesi giù in corsa dalla montagna, il lupo lo ha raggiunto e in un solo morso gli ha spezzato l’osso del collo e tagliato la gola. Un professionista.
– Era un maschio o una femmina?
– Non lo so.
Mentre mi diceva queste cose, si è messa a frugare negli armadi cercando qualcosa e ha tirato fuori una busta di carta bianca con le foto del capriolo abbandonato nella neve, della testa con il collo spezzato e della ferita sul collo. In un foglio di carta bianco piegato in sei, c’era un ciuffo di peli ruvidi e grigi.
– Lupo
Silenzio, raduna le foto e il ciuffo di peli nella busta.
– In India la giungla è sempre più piccola, la gente è sempre di più. Ci sono così tanti uomini e così tanti animali domestici che il selvatico è relegato in uno spazio sempre più ristretto. La priorità è salvaguardare gli uomini e il loro bestiame. La tigre non sa più dove andare, le poche che sopravvivono si trovano uno spazio al di là della civilizzazione, la conoscono, la evitano e cercano di sopravviverle.
– In Africa anche, ci sono sempre più persone e la vita per i grandi carnivori è sempre più difficile ma ci sono. Ogni mattina i watussi liberano il bestiame e ogni sera lo radunano in recinti vicino alle case.
– Qui l’ultimo lupo si era visto più di cento anni fa e allora si faceva così anche qui. Come adesso, anche allora ogni famiglia aveva pochi animali. Quando era ora che salissero in alpeggio, li si radunava e un pastore, pagato da tutte le famiglie di cui guardava gli animali, passava l’estate a custodirli. Adesso, dopo la lunga assenza dei grandi carnivori, queste persone si sono abituate a lasciare gli animali incustoditi. Non sono gli allevatori professionisti a risentire del ritorno del lupo e dell’orso, sono questi piccoli proprietari che svolgono tutt’altro mestiere e vivono in città, hanno alcuni animali e li lasciano a guardarsi da soli per tenere puliti piccoli fondi e non abbandonare una tradizione famigliare, senza contare i contributi che ricevono senza il minimo impegno.
– Gli animali domestici hanno bisogno di essere custoditi, non sono in grado di cavarsela da soli.
Il lupo lo ha visto, ai suoi animali non è successo niente.
– Qualche anno fa si era fermato un lupo che ha fatto molti danni sul bestiame. La richiesta di abbattimento era stata accettata e i cacciatori si sono messi di impegno per scovarlo. Li trovavi acquattati nei posti più impensati bardati di tutto punto. Quel lupo non si è fatto trovare, se n’è andato altrove. Niente trofei.
– Forse basterebbe ostacolarlo per tenerlo lontano dal bestiame. È un animale intelligente e se viene disturbato va a cercare un posto dove nessuno lo disturberà.

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