una storia che non mi ricordo dove ho letto raccontava di quando un giorno il diavolo aveva deciso che con l’inverno i boschi sarebbero stati tutti suoi e, mentre stava progettando come riempirli di terrore, era talmente gongolante che non si accorse che un cane lo stava guardando.
lo guardava come guardano i cani certe volte, quando capisci che sono in grado di leggere i pensieri.
quel cane era vecchio, ma non troppo e, appena il diavolo si voltò, partì nella direzione opposta per correre a sventare i suoi piani e salvare le foreste.
non sapeva da chi andare e il tempo stringeva quindi mise una zampa su un fiocco di neve, poi su un altro che stava ancora cadendo e risalì il cielo fino alle nuvole come quando si risale una scala mobile che scende arrivando in cima con il fiatone.
sopra le nuvole c’era dio che come al solito era molto distratto, sussultò alla notizia senza darlo a vedere e andò a fare una passeggiata nei boschi insegnando al cane la strada per scendere dalle nuvole senza sfracellarsi.
nel bosco gli alberi erano già tutti spogli, solo le querce erano ancora coperte di foglie di bronzo.
dio mandò il cane in cerca del diavolo, lo seguì finchè non lo puntò, lui rimase in ferma finchè dio non lo ebbe raggiunto e non si fu messo a contrattare con il diavolo la salvezza delle foreste.
il diavolo disse che quando a tutti gli alberi del bosco fossero cadute le foglie, i boschi sarebbero stati suoi e dio disse che era d’accordo.
poi mandò il cane a dire a tutte le querce del mondo di tenersi ben stratte le foglie anche contro i venti più assassini e aspettò la primavera.
in millenni e millenni le querce hanno conservato quest’abitudine e rimangono coperte di foglie tenaci finchè le gemme di tutti gli altri alberi del bosco non sono pronte ad esplodere.
e il cane?
il cane continua a correre e a guardare e non gli è mai più venuto in mente di salire sulle nuvole, ma una volta lo ha fatto