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Il battesimo di Giulietta

Vittorio ZambaldoDal 1870 non si vedevano più lupi in Lessinia.
Vittorio Zambaldo è giornalista. Scrive per L’Arena, il quotidiano di Verona. È una persona che oltre a saper studiare per sua sensibilità le faccende dell’anima, sa anche camminare e apprendere. Si guarda intorno, guarda le persone e le ascolta.
Quell’inverno si sapeva che un lupo che era partito dalla Slovenia si era messo a camminare verso sud ed era arrivato in Lessinia. Il radiocollare registrava la traccia dei suoi percorsi e ogni sei ore la inviava aggiornando sui suoi movimenti.
Un giorno gli arrivò la notizia che dove era passato Slavc c’era una doppia traccia. In alcuni momenti i due animali camminavano uno sulle peste dell’altro, in altri momenti trotterellavano affiancati. L’altro animale poteva essere un altro lupo maschio o femmina o un cane. Poteva essere.
– Direttore, ha sentito di quella doppia traccia dove è passato Slavc?
– Sì
– Solo due innamorati possono andare a passeggiare fianco a fianco nella neve come quei due animali. Slavc qui a Verona ha trovato forse la sua Giulietta?
Lui ha sempre aggiornato il giornale in modo ligio, senza anticipare né esagerare nulla che non potesse essere comunicato. Quella volta non era riuscito a domare la sensazione che gli assicurava che l’altro candide che camminava al fianco di Slavcz era una femmina e, visto che quella parte della Lessinia è in provincia di Verona, il giorno dopo sul giornale c’era scritto che Slavc aveva incontrato la sua Giulietta.
Era una cosa che non si poteva dire. Non c’era nessun dato certo. Se i fatti non lo avessero confermato, avrebbe dovuto ritrattare.
Ad agosto era stato trovato il cadavere di una lupa avvelenata in pessimo stato, denutrita, con evidenti segni di un laccio intorno al collo da cui probabilmente era riuscita a liberarsi prima di finire sul boccone che l’aveva uccisa. Era di origine italica. Che fosse Giulietta?
Non era Giulietta. Il branco che viaggia oggi da est a ovest attraverso la Lessinia è nato da quella passeggiata.