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Rifugio in mezzo agli alpeggi, sguardo di guardiaparco.

Ferragosto si avvicina, l’estate è splendida e alla fontana del Barbara c’è la coda di gente che deve riempire la borraccia, la bottiglia di plastica, la tanica. Gente ovunque e il rifugio in mezzo. Un equipe di ragazzi gentili e pronti tiene a bada l’assalto. Cinzia, lasciando disposizioni a destra e sinistra, è riuscita a mettere persino insieme un momento per parlare con me in un angolo dove c’era silenzio.

2016 08 14 Cinzia Fornero
Guardiaparco Alpi Cozie che gestisce da anni il rifugio Barbara.

Cinzia Fornero, un concentrato di energia in armonia con quello che la circonda.
Cinzia Fornero, un concentrato di energia in armonia con quello che la circonda.

Qualche tempo fa l’alpeggio della Rossa ha subito una predazione. Paoletto lo conosco bene, è da anni che rifornisce di toma la cucina del rifugio e siamo amici. È un puro, ci metterei la mano sul fuoco. Gli accertamenti della forestale hanno sentenziato che il capo in questione era stato ucciso a coltellate e non verrà risarcito. Credo che Paoletto sia in buona fede e capisco che dopo un’esperienza del genere non si senta per niente al sicuro.
Avendo i cani da guardiania, è obbligato a mettere i cartelli di avviso per i turisti, li ha richiesti al comune a inizio stagione e non sono mai arrivati. Nel frattempo sono riuscita a procurargliene ma non è la stessa cosa.
Probabilmente se gli allevatori sentissero più vicine le istituzioni, protesterebbero meno. C’è qualcosa di malsano in tutta la gestione di queste aree, ma non è il lupo.
Il lupo è il lupo, una favola con il lupo come cattivo è più facile che venga ascoltata.

L’incontro della Coldiretti dell’altra settimana non sono riuscita a seguirlo, ci ha portato molto lavoro. Quello che ho percepito è che ci fossero delle proposte di gestione e raccolta fondi per migliorare le difese e ridurre problemi di altro ordine che sono le vere difficoltà di chi vive di allevamento.
Il lupo è arrivato in Val Pellice diverse volte ma solo di passaggio. Predazioni ce ne sono, da una decina d’anni succede che si facciano vedere e che attacchino. Quello che trovo strano è che in Val Chisone, dove lavoro, il lupo si è insediato da quasi vent’anni e non c’è mai stato un gran rumore, qui sono bastate poche predazioni per sconvolgere tutti i bar della valle e mettere in moto associazioni di allevatori e giornali. Si parla di paura, di lupi che mangiano i bambini e di stragi, sono tutti argomenti che stuzzicano la fantasia.
È innegabile che il ritorno del lupo sia una grana in più. È una grana come le altre. Di vite senza grane non ce ne sono, se piove a ferragosto con chi se la prende un rifugista?

storie di cani e di pastori

2016 08 08 Gianfranco Careddu
Guardiaparco Orsiera Rocciavrè

Gianfranco è arrivato alle Tanze con Luca Giunti ed Elio Giuliano. Stava zitto e attento, ogni tanto spostava la macchina fotografica, poi tornava ad ascoltare. Quando il discorso è scivolato sui cani da guardiania, è stato Luca ad interpellarlo, altrimenti nessuno si sarebbe accorto di quanto fosse coinvolto da questo argomento. Questa è la minima parte di quello che ha raccontato.
Gianfranco è arrivato alle Tanze con Luca Giunti ed Elio Giuliano. Stava zitto e attento, ogni tanto spostava la macchina fotografica, poi tornava ad ascoltare. Quando il discorso è scivolato sui cani da guardiania, è stato Luca ad interpellarlo, altrimenti nessuno si sarebbe accorto di quanto fosse coinvolto da questo argomento. Questa è la minima parte di quello che ha raccontato.

I cani sono l’unico strumento valido per la difesa del bestiame. Chi ha sempre fatto prevenzione, ha avuto meno difficoltà ad adattarsi al ritorno del lupo. Sono stati i primi ad avere i cani e a gestirli bene. Il mestiere dei maremmani è proteggere il gregge, conosce le pecore di cui è responsabile e loro conoscono lui.
Quando il pastore vuole che il cane protegga sia il gregge che la casa, si rischia che diventi mordace e che si disinteressi sempre di più al gregge.
C’è chi prende il cane per dimostrare che non serve, lo abitua a mangiare a casa, gli concede di allargarsi e in un attimo lo convince di essere lui a dettare le regole. Quei cani diventano ingestibili.

L’ideale quando si affida un cane a un pastore è
– trovare quello più adatto a lui. Ogni cucciolo ha un suo carattere.
– La socializzazione con il gregge, solo il pastore può fare in modo che avvenga in modo che le pecore si sentano protette e il cane responsabile.
– Un cane che non attacca briga con il lupo e non lo insegue ma lo mette in fuga. I lupi sono furbi e più di una volta è successo che uno o due elementi del branco attirassero i cani lontano dal gregge stuzzicandoli e facendosi inseguire mentre gli altri cacciavano indisturbati. Un cane che attacca il lupo, se riesce a cavarsela riporta comunque delle brutte ferite che devono essere medicate e mentre lui è in cura, il gregge rimane incustodito o ha meno cani a proteggerlo.

4 STORIE

L’aquila.
In pieno giorno l’Aquila si è abbassata sul gregge e ha portato via un agnello. Il suo volo era appesantito dalla preda e non riusciva ad alzarsi. Il pastore ha visto il maremmano partire con grandi balzi cercando di portarle via l’agnello. Non c’è riuscito perchè lei è riuscita ad alzarsi abbastanza da impedirgli di raggiungerla. In lontananza l’ha vista mollare la preda per la fatica di volare con un peso così grande tra gli artigli. L’agnello non lo ha più ritrovato ma l’Aquila non è più tornata.

La ciotola
Un pastore aveva preso il cane e se lo era portato a casa. Prima di metterlo con il gregge voleva abituarlo a sé e alla sua famiglia. Lo ha sempre portato a casa per dargli da mangiare e lo ha curato in tutti i modi. Quel cane non ne voleva sapere di stare con le pecore. Ogni volta che riusciva tornava a casa e ogni volta che capitava scappava facendo danni nei pollai di altri agricoltori. Non era per niente contento. Quel cane doveva tenerlo legato alla catena, non faceva altro che abbaiare a qualunque anima di passaggio e mangiava come un lupo.

In mezzo alle pecore sembra quasi una pecora
Un altro pastore dello stesso paese aveva ottenuto l’assegnazione di un cane per il suo gregge lo stesso giorno. Lo aveva subito portato dalle pecore e gli aveva dato da mangiare in un punto sopra il gregge da cui vedeva tutte le pecore e loro vedevano lui; poi lo aveva lasciato nel recinto con loro. Da quando quel cane è con le sue pecore, non ha più avuto attacchi, sta sempre con loro con qualsiasi tempo è quasi non lo riconosci in mezzo al gregge.

La luna
Era notte, saranno state le due e la luna era enorme. I cani hanno cominciato ad abbaiare e sono uscito a guardare. Lui si è seduto da una parte del gregge, poi un po’ più in là, poi dall’altra parte. Guardava anche lui. Appena si avvicinava troppo i cani si facevano sentire. Se n’è andato. È naturale!

Vedere con sguardi diversi per trovare una soluzione

2016 08 04 Luca Giunti
Guardiaparco del Parco Orsiera Rocciavrè
Bussoleno

Luca si occupa di lupi da quando sono arrivati. Per anni le sue ricerche sul campo si sono alternate a ricerche di bibliografia per capire e poter comunicare il motivo per cui il ritorno di questo predatore desta posizioni così opposte nelle persone. Si è trovato a raccontare quello che aveva scoperto a un pubblico sempre diverso. Abbiamo parlato a lungo di molte cose mentre passavo da Bussoleno, questa è solo una minima parte dei suoi pensieri.

In questa foto si vede Luca così come è, tra le sue mani c'è un lupo ucciso dai bracconieri. È pubblicata sul calendario 2017 del Parco delle Alpi Cozie. Non sono stata capace di fargliene una che raccontasse così tante cose di lui e preferisco mostrarlo così.
In questa foto si vede Luca così come è, tra le sue mani c’è un lupo ucciso dai bracconieri. È pubblicata sul calendario 2017 del Parco delle Alpi Cozie. Non sono stata capace di fargliene una che raccontasse così tante cose di lui e preferisco mostrarlo così.

‘È più ricco dell’imperatore perché mette sul suo desco cibi non comprati’ -Virgilio-

Il lupo ha moduli di comportamento vicini ai nostri: socialità, territorialità e dispersione. Sull’ambiente alpino ha funzione positiva è negativa insieme: la riduzione della pressione del cervo sulla ricrescita del bosco è un vantaggio, gli attacchi al bestiame domestico sono uno svantaggio. È la goccia che fa traboccare il vaso ed è anche un nemico epico. Fare la voce grossa a proposito del lupo permette di farsi ascoltare su tutto il resto.

Per gli allevatori il danno non può essere pareggiato dal punto di vista economico. L’allevamento di montagna che è sempre stato marginale, lo è sempre di più, soprattutto quello ovino. La lana che sarebbe una risorsa, deve essere smaltita come rifiuto; oltre al periodo pasquale la carne la comprano quasi solo i musulmani.
L’assistenzialismo non è una soluzione perché aumenta il divario tra la società e il mondo dei margari. Per mantenere continuità delle tradizioni e adeguarsi al progresso, occorre istruzione. Frequentando la scuola ed entrando in contatto con realtà diverse da quelle in cui sono nati, i giovani margari potrebbero concepire il loro mestiere in maniera più ampia, adesso non è così, la maggior parte di loro, al di fuori del loro mondo sono fuori dal mondo. Il rischio che si affezionino a modelli urbani e perdano interesse per la vita con gli animali è una necessità.
La capacità imprenditoriale di un allevatore che oltre a raccogliere il latte, lo lavora e vende i suoi prodotti in alpeggio, gli porta benefici che vanno oltre al vantaggio economico. Lo scambio di merci è collegato all’incontro con persone che vengono da lontano, hanno vite diverse e prendono, oltre al formaggio o al burro, anche il senso della passione per la vita con gli animali e della durezza della vita all’aria aperta. Tutti quegli alpeggi che passano dalla produzione di latte a quella di carne, perdono qualcosa e sono sempre di più.

Lealtà verso i suoi simili e collaborazione nella caccia con il branco sono modelli che affascinano e fanno apparire venerabile il lupo da chi non lo ha mai visto e mai avrà ragione di confrontarsi con lui. Famelico e assatanato sono aggettivi che lo descrivono meglio di ogni altro per chi vede l’altra sua faccia.
Il lupo è entrambe le facce. Non recita e non si impegna. È così e basta. Fare di lui un mostro è un errore, fare di lui un eroe è un errore identico. Lo scambio tra realtà diverse potrebbe permettere a chi lo vede in un modo o nell’altro di accorgersi che nessuno dei due modi è quello vero e a prendere posizioni meno drastiche.

Elio Giuliano Guardaparco Orsiera Rocciavrè

Erano lì: quattro cuccioli che giocavano. Non c’erano adulti in vista ma probabilmente non erano distanti. E’ arrivato un cervo e i cuccioli gli sono andati incontro per colpirlo. Lui ha abbassato la testa colpendoli con il palco e loro sono scappati con la coda tra le gambe e si sono rimessi a giocare un po’ più in là.

Elio Giuliano
L’idea del viaggio che sta per cominciare è nata grazie ad amici preziosi. Ieri sera ci siamo salutati prima della partenza e c’era anche Elio.

La prima volta che abbiamo avuto la sensazione che ci fosse il lupo è stata quando abbiamo trovato un camoscio sparato e il giorno dopo c’erano solo più poche ossa.
Qualche tempo dopo c’era un cinghiale morto per qualche motivo era caduto da un dirupo. Dopo qualche tempo c’era solo più la spina dorsale. Se il lupo trova qualcosa di già pronto preferisce star comodo, perché correre?
In genere non va a cercare i cinghiali ma animali più semplici da cacciare, credo che da queste parti preferisca i cervi e i caprioli. I cervi non sono una preda così facile, in genere quelli abbattuti sono anziani o già feriti, le carcasse di cervo si trovano soprattutto in periodo di caccia, manca il palco che è interessante come trofeo. I cacciatori non hanno un conteggio diretto delle perdite dovute alla presenza del lupo ma gli dà fastidio. Per me la loro è più una paura che una realtà.

Le volte che l’ho incontrato non lo stavo cercando. E’ successo diverse volte.
La prima volta che è successo stavo camminando e ci stavamo venendo incontro sullo stesso sentiero. Poteva essere una decina di anni fa. Ci siamo scontrati ed scappato via. Gli ho rovinato anche il pranzo, stava mangiando un camoscio. Non è tornato a finirlo, siamo tornati dopo qualche giorno ed era rimasto lì. Era passato qualcuno a due gambe che si era portato via la testa per prendersi il trofeo ma lui non era tornato.

L’arrivo del lupo ha cambiato completamente la geografia degli animali. Negli ultimi anni prima che tornasse tutti si ricordano di grandi assembramenti di cervi che si erano abituati a frequentare sempre le stesse zone e scortecciavano alberi in grande numero. Da quando è arrivato il lupo questo non succede più.  Si spostano in continuazione perchè sono incalzati dal lupo. Adesso li si trova ovunque. Fanno più danni i cervi, soprattutto quando entrano nel mio orto.
Negli anni in cui è tornato c’era un numero esagerato di mufloni e stavamo facendo un piano per abbatterne un certo numero. Da quando è tornato il lupo il problema si è risolto da solo.
Camosci predati ce ne sono ma meno.

Con i domestici  non ci sono grandi problemi sul versante valsusino dove non ci sono pecore, in val Chisone invece ogni tanto prende qualche pecora. C’è Fulvio che le guarda notte e giorno e anche qualche caso particolare: come è tornato il lupo al colle delle Finestre sono comparse venti pecore e due cani maremmani. Quando arrivavi li trovavi appostati all’ultima curva e passavano la giornata a rincorrere i ciclisti mentre le pecore pascolavano altrove. Non so a cosa gli servano, forse a farsele mangiare dal lupo.

Il lupo si è estinto nelle Alpi in un momento in cui la montagna era abitata in ogni anfratto.  Adesso ci sono dei posti dove la gente non va neanche volendo. Ci sono posti in cui non ci si riesce più materialmente a infilare.
Oggi l’abbattimento può essere una soluzione nell’immediato. Quando si elimina l’esemplare che ha preso di mira le pecore di un allevatore in particolare, si risolve momentaneamente il problema ma è una soluzione temporanea.
Se sparo al cervo che mi mangia l’insalata, non risolvo il problema perché domani ce ne sarà un altro.
è anche vero che i predatori sono più vulnerabili perchè sono in numero più ridotto.  Il lupo ha dimostrato di sopravvivere molto bene. Negli ultimi anni si sono trovati molti lupi morti per diverse cause eppure il numero di esemplari rimane costante.

Se voglio far crescere l’insalata del mio orto, devo proteggerla, se i pastori vogliono allevare le pecore, devono proteggerle. E’ sempre stato così.  In Appennino, dove ci sono sempre stati i lupi hanno sempre tenuto conto del lupo e non è una tragedia.

C’è chi ha paura dei ragni, chi ha paura dei serpenti e c’è anche chi ha paura del lupo. Il lupo è una bestia.