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il paese delle valanghe

sbucciando una mela

Guglielmo Tell

Guglielmo Tell: (..) Vedi là le vette alpine, quegli aghi candidi che si appuntano verso il cielo?
Walter Tell: Sono i ghiacciai che di notte tuonano così forte e di notte ci mandano giù le valanghe.
GT: Proprio così e le valanghe avrebbero schiacciato da un pezzo tutto il distretto di Altdorf se la foresta lassù non vi si opponesse come un valoroso esercito.
WT: (dopo aver riflettuto) Babbo, ce ne sono di paesi senza montagne?
GT: Quando si cala giù da queste nostre alture, sempre più giù seguendo il corso dei fiumi, si giunge a una vasta pianura dove le acque dei torrenti non spumeggiano più, e invece i fiumi scorrono tranquilli e placidi: lì lo sguardo spazia libero da tutte le parti del cielo, il grano cresce in campi magnifici e vasti; e quel paese è tutto come un giardino.
WT: O babbo, perchè non ci affrettiamo a scendere in quel paese così bello, invece di stare qui ad affaticarci e a tremare?
GT: Il paese è bello e benigno come il cielo, ma coloro che lo coltivano non godono i frutti di ciò che han seminato.
WT: Non sono liberi cittadini, come te nella terra ereditata?
GT: I campi appartengono al vescovo o al re.
WT: Ma nelle foreste possono cacciare liberamente?
GT: La selvaggina e gli uccelli appartengono al loro signore.
WT: Almeno nel fiume potranno pescare a piacimento.
GT: Fiume, mare, sale appartengono al re.
WT: ma chi è questo re che tutti temono?
GT: è quello che li difende e li nutre.
WT: Non sanno difendersi da sè?
GT: In quel paese il vicino non può fidarsi del vicino.
WT: Babbo, credo che in quell’ampio paese mi sentirei allo stretto. Preferisco starmene qui con le valanghe.
GT: Infatti, figliolo: meglio avere alle spalle montagne con ghiacciai (..)

Friedrich Schiller, 1804

Gioachino Rossino GUGLIELMO TELL ouverture