Il 16 settembre alle 12 arriveremo in piazza a Cracovia. Ci accoglieranno il comune, la casa della Cultura, il museo storico e soprattutto i pompieri della città. A loro consegnerò la freccia che mi é stata affidata da Enkhbat, il sindaco di Kharakhorin, più di un anno fa.
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Abbiamo dormito sotto milioni di stelle, percorso migliaia di chilometri, incontrato centinaia di persone, superato decine di ostacoli e vissuto ogni giorno come se fosse unico. Siamo tre esseri in viaggio. Non siamo arrivati. Siamo solo vicini alla meta, ma è incredibile. Era incredibile prima e pochi ci hanno creduto. É ancora più incredibile adesso e questa è una cosa con cui non immaginavo di dover fare i conti. Quello che é vero di sicuro é che siamo qui a cento chilometri da Cracovia e che legata alla sella portiamo una freccia mongola che ci é stata affidata a ottomila chilometri da qui e che tante persone diverse l’hanno vista e toccata lungo la strada imprimendole un sogno di pace.